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Approfondimenti: Cile Casillero del Diablo

Ci avventuriamo in un luogo lontano dall’Europa ma affascinante: il Cile. E’ in questa terra, lunghissima (4300 km) e corta (188 km max) incastonata tra le altitudini delle Ande e le profondità del Pacifico che a fine 1800, che Don Melchor costituisce la sua azienda Concha Y Toro e inizia la coltivazione dell’uva e la produzione del vino. Proprio qui trova un clima ideale tra le brezze marine e la frescura delle montagne impianta le barbatelle provenienti da Bordeaux. Proprio qui dove la fillossera non ha colpito e non colpirà. I suoi terrene si posizionano nella zona centrale del Cile negli appezzamenti di Maipo, Maule, Rapel, Casablanca e Colchagua, dove vengono coltivati Sauvignn blanc, Cabernet , Semillon con risultati incredibili nel corso dei decenni. 

Attualmente Concha Y Toro ha circa 8.700 ettari vitati e dopo gli accordi di partnership cona Antinori e Banfi il suo fatturato è lievitato in maniera evidente.

Focalizziamo la nostra attenzione su uno dei prodotti più conosciuti dal grande pubblico lo Chardonnay Casillero del Diablo 2020.

 

Fresco e fruttato con aromi di ananas, pesca e agrumi insieme a sentori di nocciola dal tempo trascorso in botte. Fresco, vivace e ben strutturato, questo Chardonnay di medio corpo è ideale con pesce alla griglia, frutti di mare o piatti di pasta cremosa. Servire a: 10-12ºC

Più di cento anni fa, Don Melchor Concha y Toro nascose una preziosa collezione di vini nella sua cantina personale protetta dietro un cancello in ferro battuto. Tuttavia, col tempo iniziò a notare che le bottiglie stranamente sparivano. Sembrava che la sua cantina segreta non fosse più così segreta e che la gente del paese, avendo sentito parlare dei suoi vini squisiti, non riuscisse a resistere ad assaggiarli di persona.Avendo bisogno di un nuovo modo per salvaguardare il suo tesoro, Don Melchor si è rivolto al folklore locale. Sapendo che le superstizioni e i fenomeni ultraterreni erano temuti dalla gente del posto, ha diffuso la voce di strani eventi notturni che potevano essere spiegati solo da un semplice fatto: che il diavolo abitava le sue cantine. Alimentato dall'immaginazione della gente del posto, ogni suono nella cantina, ogni eco, ombra e forma, dava peso alla storia.
Perchè Casillero del Diablo